IL PRIMO INCONTRO DI FORMAZIONE PER EDUCATORI-ANIMATORI ’18

“A te la scelta su chi sarai a te la scelta su dove andrai”, questo è stato il tema che ci ha accompagnati nel corso del primo incontro, tenuto dal prof.Davide Viadarin a Vivaro, di cui troverete la registrazione dell’incontro cliccando qui.

Partendo dalla visione di alcuni brevi cortometraggi, siamo giunti a capire come sia la stessa etimologia della parola “educare” a mostrarci un primo aspetto per capire meglio il ruolo di questa figura. Essere un educatore vuol dire tirar fuori le potenzialità di chi abbiamo davanti, usando la creatività dell’amore. Papa Francesco ci mostra come siano 3 le parole che dobbiamo aggiungere a questi due concetti iniziali: PERMESSO, GRAZIE e SCUSA. Entrare in contatto con i bambini/ragazzi richiede infatti dapprima molta delicatezza ed è importante riconoscere questo primo passo compiuto dall’animato che ci ha aperto il proprio mondo; allo stesso tempo, bisogna essere capaci di ammettere i propri errori, riconoscendo i nostri limiti come persone, tenendo bene a mente che la gentilezza si può trasformare in una forza dirompente e disarmante, in particolare se abbinata al coraggio di dire sempre la verità.

E se qualche volta dobbiamo dire di no ad una richiesta? Abbi il coraggio di farlo senza temere, perché “Quando fai qualcosa di sbagliato e nessuno si prende la briga di dirtelo, significa che è meglio cambiare aria. Chi ti critica lo fa perché ti ama e ti ha a cuore” .(“L’ultima lezione” di Randy Pausch)

Ovviamente, per poter dire di no ad un ragazzo, dobbiamo anche dimostrare di essere coerenti, proprio perché solo mostrando coerenza nel nostro agire rispetto a ciò che diciamo, potremo guadagnare autorevolezza (non autorità!)!

Un altro spunto ci è stato offerto dal celebre racconto del Piccolo Principe, capitolo IV, in cui avviene l’incontro tra la volpe e il giovane ragazzo. La richiesta della volpe di darle il “giusto TEMPO per osservarti e un po’ alla volta ti lascerò avvicinare”, ci rivela come il percorso iniziato deve vedere una crescita dei ragazzi corrisposta da una nostra crescita, dimostrando e testimoniando il nostro essere educatori-animatori cristiani e non un semplice animatore qualunque!

Un esempio diretto ci viene dall’episodio biblico del roveto ardente e di Mosé, grazie al quale possiamo comprendere come chi ci è affidato non è di “nostra proprietà”. Proprio come Mosè dinnanzi a quel roveto inestinguibile, dobbiamo dimostrare stupore per ogni meravigliosa esperienza e momento che ci verranno offerti. Togliersi i sandali per permetterci di ripensare alla nostra libertà, intendendo per ciò che il nostro tempo deve essere dedicato nella sua totalità per gli animati, amandoli come fratelli, pur restando vigili come un padre e una madre. Quella fiamma che non smette di bruciare diventa così il simbolo dell’amore che Gesù ha avuto ed ha tuttora per noi, faticando di sicuro per restare accesa ma alimentata dall’amore per noi.

Una domanda potrebbe dunque subito saltare in mente…chi mi darà tutte queste energie? Nessuno si aspetta che potremmo dire ai ragazzi chi saranno, quale sarà il loro percorso di vita ma una cosa si: promettergli che noi saremo sempre al loro fianco per lottare con loro!

Buon cammino a tutti!

 

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