LA PASQUA OGGI: TRA MODERNITA’ E TRADIZIONE

Questo articolo vuole essere, a nostro umile avviso, un semplice esempio di come il messaggio pasquale sia legato all’attualità e ad un nostro bisogno profondo di sentirci parte viva di una Chiesa che si fa piccola, piccola per aiutare il prossimo.

Eccovi una piccola storiella che riassume in parte il nostro essere cristiani e del nostro credere in un Dio che si è fatto uomo e che è risorto per noi…

Nel pancione di una mamma c’erano due  bambini.
Uno chiese all’altro: “Ma tu ci credi in una vita dopo il parto?”
L’altro rispose: “Certo! Deve esserci qualcosa dopo il parto. Forse noi siamo qui per prepararci per quello che verrà più tardi”. “Sciocchezze” disse  il  primo “non c’è vita dopo il parto! Che tipo di vita sarebbe quella?”
Il  secondo riprese: “Io non lo so, ma ci sarà più luce di qui. Forse potremo camminare con le nostre gambe e mangiare con le nostre bocche. Forse avremo altri  sensi che non possiamo capire ora”.
Il primo replicò: “Questo è assurdo. Camminare è impossibile. E mangiare con la bocca!? Ridicolo! Il cordone  ombelicale è tutto quello di cui abbiamo bisogno…e poi è troppo corto. La vita dopo il parto è fuori questione”.
Il  secondo continuò ad insistitere: “Beh, io credo che ci sia qualcosa e forse diverso da quello che è qui. Forse la gente non avrà più bisogno di questo tubo”.
Il primo  contestó: “Sciocchezze, e inoltre, se c’è davvero vita dopo il parto, allora, perché nessuno è mai tornato da lì? Il  parto è la fine della  vita e nel postparto non c’è nient’altro che oscurità,  silenzio e oblio. Il parto non ci porterà da nessuna parte”.
“Beh, io non so” disse il secondo “ma sicuramente troveremo la mamma e lei si prenderà cura di noi”.
Il primo rispose:  “Mamma? Tu credi davvero alla mamma? Questo si che è ridicolo. Se la mamma c’è, allora, dov’è  ora?”
Il  secondo riprese:  “Lei è intorno a noi. Siamo circondati da lei. Noi siamo in lei. È per lei che viviamo. Senza di lei questo mondo non ci sarebbe e non potrebbe esistere”.
Riprese il primo: “Beh, io non posso vederla, quindi, è logico che lei non esiste”.
Al che il secondo rispose: “A volte, quando stai in silenzio, se ti concentri ad ascoltare veramente, si può notare la sua presenza e sentire la sua voce da lassù”.
Questo è il modo in cui uno scrittore ungherese ha spiegato l’esistenza di Dio. Se purtroppo, mostrare il nostro essere cristiani ci sembra quasi motivo di vergogna perché “la società ci impone una visione laica delle cose, pena la nostra esclusione”, direi che proprio la nostra fede deve essere il motore che spinge a sperare e a metterci all’opera per un mondo migliore!

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